L'aria quasi ti
taglia la faccia per quanto stai andando veloce. O almeno così ti sembra. Le gambe si sentono piuttosto stanche, ma per quest'ultimo tratto sono ben contente di spremersi. Il tamburo che hai nelle orecchie è il tuo cuore che pompa sangue, nelle tue vene, nelle tue arterie, alla pressione di mille atmosfere. O almeno così ti sembra. Hai il fiato corto, il petto ti brucia. Una voce nella testa ti rassicura: tranquillo, sono solo i polmoni, che tra un pò scoppieranno. Senti che ogni tuo muscolo sta lottando per avere un briciolo di ossigeno in più. Ti fa male la schiena, e ti fanno male i piedi, chiaro segnale del fatto che le scarpe sono decisamente da cambiare. Prima di fermarti l'hai voluto fare, lo scatto finale. Sei stanco, ma non te ne importa niente. La tua testa sta già pensando a quello che dovrai fare quando sarai tornato, ma in questo momento non te ne importa un fico secco. Ne hai abbastanza di tutto e tutti. Ci sei solo tu che corri per dare fondo a tutte le tue risorse, per prosciugarti, per finire tutte le scuse che ogni volta ti dai. Un attimo prima dello schianto l'hai sentito, quel desiderio di bruciante di consumarti e di non lasciare tracce. L'hai sentito nella tua gola mentre si prosciugava e chiudeva. Con falcate sempre più ampie fino alla massima estensione, i muscoli sono alimentati solo dalla tua rabbia. Per un secondo pensi che potresti correre fino in capo al mondo se solo fossi sufficientemente arrabbiato. Ma non è così. Arrivi ad un limite in cui la rabbia finisce, in cui non riesce più a farti andare avanti. Ed è quello il momento più bello, quello in cui finisci la rabbia.
La corda si è spezzata, niente può trascinarti, così piano piano deceleri e ti fermi. Hai il fiatone, e nient'altro. Solo quello ti è rimasto. Un principio di soffocamento che piano piano svanisce, si quieta, e lascia il vuoto.
Quel tipo di vuoto che riempie.
Torni a casa che non sei triste e non sei felice. Non hai preoccupazioni, la mente sgombra. Galleggi.
Nel tratto del ritorno apprezzi la consistenza del tuo respiro e ti accorgi che non ti è mai piaciuto così tanto respirare.
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