lunedì 27 dicembre 2010
Il Sacrilegio, che passione!
Distruggi il sacro e uccidi il santo, niente è intoccabile. Inchinati davanti a tutti, e ringrazia sempre chi incontri. Partecipa ai riti e divertiti, come ad un balletto, ad una recita: non prenderli sul serio. Indossa il formalismo dell'etichetta come se fosse un vestito di carnevale. Non ci sono gesti sacri, nessun movimento è migliore o più puro di un altro. Non esiste la purezza. Non c'è niente che non puoi dire o fare: preghiere o bestemmie, sono solo sciocchezze intellettuali.
Incuriosisciti del mondo e della gente, non perder tempo a criticare e giudicare. Osserva la pazzia dell'uomo, che si inchina davanti a certi oggetti e, con non curanza e disprezzo, ne getta via altri.
Tutti i luoghi sono sacri nessuno più di un altro. Tutte le persone sono sante, nessuna di più, nessuna di meno. Cammina tra la gente come un re cammina tra i re. Sorridi e saluta tutti, riconosci la vita in ogni respiro, in ogni foglia che si muove, in ogni essere che muore.
domenica 26 dicembre 2010
Giardini Zen
Lascia perdere, smetti di ripeterti le cose nella mente. Piantala di parlare con te stesso dicendoti: allora questo è così..., questo è cosà..., non fare sciocchezze. Non c'è nessun te stesso. Non autoipnotizzarti con stronzate di alcun tipo, nè tranquillizzanti nè paranoiche.
Non permettere a nessuno di piantare nel tuo giardino-mente i semi dell'odio, della paura e dell'avidità. Non innaffiare più le piante di quel tipo che sono già cresciute in te: falle avvizzire, seccare, e soprattutto guarda mentre lo fai. Non perderti nulla di questo spettacolo. Non coltivare cose che non esistono. Non fare niente. I semi piovono di continuo, non smettere di guardare mentre cadono sul terreno. Lasciali stare lì non nutrirli, appassiranno lasciando il nulla. Quel nulla che rimane è il tutto che c'era prima, che c'è, che sempre ci sarà. Scopri che non hai bisogno di nulla per vivere, se non della vita stessa.
Non permettere a nessuno di piantare nel tuo giardino-mente i semi dell'odio, della paura e dell'avidità. Non innaffiare più le piante di quel tipo che sono già cresciute in te: falle avvizzire, seccare, e soprattutto guarda mentre lo fai. Non perderti nulla di questo spettacolo. Non coltivare cose che non esistono. Non fare niente. I semi piovono di continuo, non smettere di guardare mentre cadono sul terreno. Lasciali stare lì non nutrirli, appassiranno lasciando il nulla. Quel nulla che rimane è il tutto che c'era prima, che c'è, che sempre ci sarà. Scopri che non hai bisogno di nulla per vivere, se non della vita stessa.
giovedì 23 dicembre 2010
Buddha's Killer
Non credere a niente di quel che ti vien detto,
non seguire fantastici 'maestri',
se vedi un buddha passare, pugnalalo al petto!
Apri gli occhi se ce li hai,
non perder tempo, usali, sfruttali,
non son tuoi, prima o poi li renderai.
ma fai attenzione presuntuoso:
se pensi che quel che cerchi non sia già quà,
sarà un percorso doloroso.
Quando questo leggerai,
prepara il coltello,
perchè uccidere dovrai,
il santo, il maestro nel tuo cervello!
mercoledì 22 dicembre 2010
Rompiballe a Tempo Pieno (RTP)
Moralisti accalorati,
sempre pronti a far qualcosa,
nelle loro teste imprigionati,
perchè per loro la vita è dolorosa.
Si fan scudo del buon senso,
di quel che dicono sono convinti,
pronti a giudicare come l'Immenso,
da alti valori sono sospinti.
Col dito disteso e ben puntato,
indicano il colpevole,
il trasgressore, l'imputato,
peggio per lui creatura cedevole!
Son bacchettoni intransigenti,
che zitti proprio non san stare,
uomini liberi e impenitenti,
attenti a voi stan per arrivare!
Che smacco per loro scoprire
quando nessuno li sta a sentire!
martedì 21 dicembre 2010
The Walking Dead
Tutto sporco, tremante e impaurito,
da creature affamate inseguito.
Armati di pistole fucili e balestra,
il gruppo veloce svicola a sinistra e poi a destra!
Mostri contorti e cadenti,
puzzolenti, in decomposizione,
quando li vedi ti prende un accidenti!
Bocche rabbiose e occhi spenti,
da soli son poco,
ma in gruppo potenti!
Eserciti interi han divorato,
morso e convertito
ogni sventurato soldato.
Erano amici, colleghi e parenti,
adesso son cadaveri che camminano lenti.
L'arma migliore è restare nascosti,
muovendosi furtivi tra rottami e altri resti.
Sono i padroni del mondo intero,
tu non sei altro che uno spuntino,
non ti far prendere o diverrai nero,
basta un sol morso e sei cotto a puntino!
Non ti sbagliare,
mira al cervello,
è il solo modo per farlo fermare.
Non sei da solo in questa sventura,
hai degli amici, son loro la tua armatura,
proteggetevi, state uniti,
siate una sol cosa o siete finiti!
lunedì 20 dicembre 2010
L'Anello Mancante
Scimmie vestite,
si arrabbiano e si lamentano,
dalla scatola delle immagini sono ammattite!
Da una parte all'altra vanno,
come impazzite,
in nessun posto stanno,
si sentono sole e spesso smarrite.
Non riescono a fermarsi,
prede di un'isteria contagiosa,
così impegnate ad atteggiarsi,
son convinte di chissà che cosa!
Sempre pieni di pretese e desideri,
sogni, diritti e doveri.
Si disperano per nulla,
vedono la loro vita come una pianura brulla!
Sciocchi animali ben abbigliati,
non han capito che son loro stessi la causa dei loro mali!
domenica 19 dicembre 2010
Winter Days
Giorni invernali,
temperature polari,
carne, membra che fremono.
Nulla ci puoi fare,
se non guardare,
e nel tremore riposare.
mercoledì 6 ottobre 2010
Breathing Sulfur
E' da un pò di tempo che lo faccio. Non ricordo da quanto, non ho tenuto il conto dei giorni. In realtà non ho nemmeno pensato di tenere il conto.
Succede di continuo: lo stomaco che si chiude, si contrae e brucia. La gola che si irrigidisce, il respiro che si tronca. Un avvenimento tanto frequente, quanto inconsapevole. Inizia tutto così, accorgendosene. E' il primo passo.
Quando te ne accorgi, davanti agli occhi ti si apre un mondo, ti si schiude un universo. Quell'universo sei tu. Il "tu" reale intendo, non la proiezione mentale che chiami "io". Ti accorgi di essere una ammasso di muscoli, organi e mucose costantemente in tensione. Non hai mai visto quello che sei, hai sempre creduto di essere qualcos'altro, ti sei aggrappato ad un'immagine da seguire, ad un'immagine che ti piaceva. Eri un'idea, e d'improvviso ti accorgi di essere un corpo umano che respira e che sente. Questo accorgersi non è cosa da poco. Non è una cosa che ti possono raccontare, questa non è conoscenza che si può tramandare. Sei tu che lo devi scoprire su te stesso.
Si tratta di vedere come hai scolpito il volto della paura sulla tua carne. Di renderti conto di come sei riuscito a sopravvivere fin ora dandotela a gambe, di come hai imparato a irrigidirti per scaricare le sensazioni troppo intense.
Il secondo passo è arrendersi.
Più ti accorgi di questi avvenimenti e più sei capace di stare con loro.
Il massimo lo raggiungi se riesci a dimorare nel dolore, a respirare attraverso il dolore. E' come inalare aria bollente. Se ci riesci, vedi che tutta questa sofferenza piano piano scende, si distacca, cade. Se lo vuoi immaginare è esattamente come un lavandino che si svuota. Un lavandino pieno di acido solforico, che quando scende, brucia le pareti, graffia. Se arrivi allo svuotamento senza esserti intromesso, tutto ti sarà chiaro. E' come un geiser che si sfoga e si quieta. All'infinito.
Qui non è questione di sforzarsi, tutt'altro. Qui è questione di lasciare andare, di accettare quello che ti sta graffiando dentro.
Di arrenderti.
Vivere attraverso i propri stimoli sensoriali, essere come animali in una giungla lussureggiante.
mercoledì 22 settembre 2010
L'Ultima Corsa
La corda si è spezzata, niente può trascinarti, così piano piano deceleri e ti fermi. Hai il fiatone, e nient'altro. Solo quello ti è rimasto. Un principio di soffocamento che piano piano svanisce, si quieta, e lascia il vuoto.
Quel tipo di vuoto che riempie.
Torni a casa che non sei triste e non sei felice. Non hai preoccupazioni, la mente sgombra. Galleggi.
Nel tratto del ritorno apprezzi la consistenza del tuo respiro e ti accorgi che non ti è mai piaciuto così tanto respirare.
martedì 21 settembre 2010
Prison Break
E' da qui dentro che vi parlo, dalla mia angusta tana all'interno della prigione. Una fortezza a prova di fuga.
La prigione in questione, quella in cui sono rinchiuso, non esiste.
E' questo il motivo per cui è così difficile fuggire. Non ha sbarre, non ha celle, non ha guardie. Non ha nemmeno un perimetro di alte mura e filo spinato.
Nessuna pesantissima porta blindata. Non ci sono punti di riferimento al suo interno.
In realtà, non ha interno.
Da questa galera non posso scappare, però questo non significa che ogni tanto non ci provi. Sò che altre persone sono rinchiuse, le sento, le vedo, ma non sono lì con me. Li vedo dentro la gabbia, non sò se loro vedono me. Tutti quelli che come me sono rinchiusi si dibattono e si disperano. Se te lo vuoi immaginare, è come uno dei gironi infernali. Burroni di rocce taglienti, fiamme cocenti che fanno indietreggiare. Sagome umane, sporche e incatenate, che si lamentano e si trascinano.
Sono da solo in tutto questo. In questa prigione posso muovermi liberamente, ed è proprio questo il motivo per il quale non posso andarmene. Ovunque io vada, sono sempre e comunque in trappola. Non c'è posto in cui non possa andare, stranamente però sono sempre dentro. Con fatica ho cercato molte volte un cunicolo per scappare e, quando ho creduto d'averlo trovato, l'ho imboccato, ma non sapevo che l'uscita era sempre la gattabuia. Anni passati tra rancore e tristezza, anni interi spesi ad escogitare piani di evasione per lasciarmi dietro la gabbia. Non potevo sapere che al di fuori della prigione c'è sempre la prigione.
Alcune volte, ero convinto di essere evaso, ero contento di aver trovato la libertà, fino a quando non sbattevo di nuovo la faccia contro le sbarre.
Sbarre che non suonano di metallo quando le batti.
Sbarre di fumo.
Sbarre che non esistono.
Sono rinchiuso in questa prigione perchè mi ci sento rinchiuso.
Non ci sono piantine o planimetrie di questo posto, è un labirinto che muta, che cambia i propri corridoi in base a dove mi sposto.
La prigione eterea.
La prigione eterna.
Non mi resta che provare un'ultima volta. L'ultimo azzardato tentativo di fuga di un prigioniero stanco. L'unica cosa che mi resta ancora da provare è di smettere di voler scappare.
Chissà, magari questa volta ci riesco.
lunedì 20 settembre 2010
Zazen
Seduto su due cuscini, gambe incrociate,
schiena dritta ma non rigida,
mani posate sulle ginocchia.
Con occhi chiusi, adagiato nella posizione,
il terzo occhio osserva l'insito essere.
Non pensare che sia difficile,
non pensare che sia utile,
non pensare,
siediti e fallo!
domenica 19 settembre 2010
Lavori in Corso
Bhè che dire, inizio oggi questa avventura!
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